HOTEL IMPERIAL          

telefono

+39 3357818244

mail:

agriturismocolomboni@gmail.com

                   
     

Agriturismo Colomboni

di Colomboni Emanuele

Via Vencareto n.25

61039 San Costanzo (PU) ITALIA

     
                         
  HOME APPARTAMENTI CAMERE TARIFFE DINTORNI INFO CONTATTI GALLERY WEB CAM DOVE SIAMO  

I NOSTRI ANIMALI

 

 

Storia

Fano fu un centro piceno, come testimoniano ritrovamenti sporadici avvenuti in città e gli scavi di Montegiove e Roncosambaccio[6].

Fu poi un importante centro romano, conosciuto come Fanum Fortunae, nome che rimanda al "Tempio della Fortuna", probabilmente eretto a testimonianza della battaglia del Metauro: era l'anno 207 a.C. e lelegioni romane sbaragliarono l'esercito del generale cartaginese Asdrubale, uccidendone il condottiero che, dopo aver varcato le Alpi con gli elefanti da guerra, intendeva ricongiungersi al fratello Annibale.

La città ebbe un notevole sviluppo durante il dominio romano grazie alla sua posizione strategica sulla via che congiungeva la valle del Tevere alla Gallia Cisalpina. Nel 49 a.C. Gaio Giulio Cesare la conquistò assieme a Pesaro, dando così inizio alla Guerra Civile contro l'antagonista Pompeo.

Solo successivamente Cesare Ottaviano Augusto dota l'insediamento di mura di cinta (ancora parzialmente visibili), elevando l'insediamento allo stato di colonia romana col nome di Colonia Julia Fanestris[7].

Alcuni secoli dopo, nel 271 d.C., si svolse nei suoi pressi la Battaglia di Fano che segnò la fine del tentativo degli Alemanni di raggiungere Roma, sconfitti dall'imperatore Aureliano.

Durante la Guerra gotica del VI secolo, a causa alla sua posizione nei collegamenti tra nord e sud Italia, venne assediata e devastata dagli Ostrogoti di Vitige (538) e poco tempo dopo ricostruita dall'esercito bizantino di Belisario e Narsete.

Palazzo della Ragione, sede del Teatro della fortuna

Successivamente entrò a far parte della Pentapoli marittima (Rimini, Pesaro, Fano, Senigallia, Ancona) di cui era a capo. Subì successivamente l'occupazione deiLongobardi e dei Franchi, fino a quando Ottone III non la donò a papa Silvestro II. Nel XIII secolo Fano si costituì comune; nel secolo successivo fu per un breve periodo sotto il dominio estense, dopo di che fu dilaniata dalla lotta intestina tra due famiglie: i del Cassero e i da Carignano.

Alla fine del XII secolo la città passò sotto il dominio Malatesta di Rimini, grazie ad un complotto ordito da questi ultimi contro le due famiglie rivali. La famiglia Malatesta rimase al potere nella città fino al 1463, quando Sigismondo Malatesta dovette lasciare Fano al duca di Urbino Federico da Montefeltro dopo un lungo assedio, nel corso del quale fu danneggiato l'Arco d'Augusto, simbolo della città. La popolazione si rifiutò di entrare a far parte del Ducato di Urbino e perciò divenne vicariato ecclesiastico.

Durante l'occupazione napoleonica dello Stato Pontificio fu saccheggiata e gravemente bombardata dall'esercito del Bonaparte.

Partecipò attivamente ai moti risorgimentali con la creazione di governi provvisori.

Durante la prima guerra mondiale (1915-1918) subì numerosi bombardamenti navali austriaci ed anche nella seconda guerra mondiale (1940-1945) trovandosi sullaLinea Gotica subì numerose incursioni aeree alleate miranti alla distruzione dei suoi ponti ferroviari e stradali e, da parte dell'esercito tedesco in ritirata, la distruzione di quasi tutti i suoi campanili (tranne quelli di S. Francesco di Paola e di San Marco), della torre civica, del maschio della rocca malatestiana e del suo porto peschereccio, ritenuti dal nemico infrastrutture sensibili[8]da non lasciare nelle mani degli alleati

Monumenti e luoghi d'interesse

Porta Maggiore e Arco d'Augusto
Piazza XX Settembre: Palazzo della Ragione con la cinquecentescaFontana della Fortuna.
Monumento ai caduti della città di Fano.

Edifici civili

Fanum Fortunae era sicuramente, in epoca romana, un importante centro sacro, infatti la città mostra nel suo nome (Fanum) un chiaro riferimento ad un'area sacra o tempio dedicato al culto della dea Fortuna. Sin dall'80-70 a.C. è da considerarsi certa la presenza romana in Fano. Il culmine della presenza romana si ha nel periodo imperiale augusteo ed infatti risalgono a quell'epoca un gran numero di monumenti.

  • Arco d'Augusto. Da sempre simbolo della città di Fano, fu in epoca romana la principale porta d'accesso alla Colonia Julia Fanestris, dedotta dall'imperatore Augusto Fanum Fortunae (tempio dedicato alla Dea Fortuna). Costruito sul punto in cui la via Flaminia s'innesta nel decumano massimo della città, il monumento si data, tramite l'iscrizione del fregio, al 9 d.C.
  • Mura. La cinta muraria difensiva cittadina, ancora ben conservata, venne dapprima costruita dai Romani nel IX secolo d.C., poi ampliata dai Malatesta nel quattrocento e infine rinforzate dai sovrani pontifici nel '500. Volute dall'imperatore Augusto, le mura romane si conservano ancora oggi per circa i due terzi del circuito originario. La cinta si dirige a nord-ovest dalla porta di Augusto fino a raggiungere la quattrocentesca Rocca Malatestiana
  • Cardo e Decumano. Nella pianta attuale della città di Fano e ancora evidente: il decumanus maximus (attuale via Arco d'Augusto), prosecuzione urbana della strada consolare Flaminia, ed il cardus maximus ad esso perpendicolare, rintracciabile in parte tra l'attuale Corso Matteotti e la parallela via Nolfi. All'incontro di questi assi stradali si troverebbe il foro. Ai due assi stradali principali si affiancano, a distanze regolari, decumani e cardini minori.
  • Via Flaminia. Fu la strada voluta dal Console Flaminio, da cui prende il nome, e costruita a partire dal 220 a.C. Congiunge Roma a Rimini e probabilmente segue per lunghi tratti antiche strade protostoricheumbre. Solo i punti del tragitto più "difficili" venivano lastricati, mentre gli altri erano brecciati. A Fano la Flaminia entrava in città dall'Arco di Augusto e giunta in centro ripartiva per Rimini uscendo dalla Porta della Mandria (dietro il monumento ai caduti).
  • Bassorilievo di San Paterniano. Raffigurante San Paterniano, patrono e primo vescovo della città di Fano, vissuto tra il III e il IV secolo, è stato completamente restaurato. Si tratta di una scultura in pietra arenariadel secolo XV che fino al 1926 si trovava murata nella casa che è posta all'angolo tra la Piazza XX Settembre ed il Corso Matteotti, casa già dei Conti Giacobini, nobili di Fano, patrizi di Jesi, originari di Staffolo. Come riporta Piercarlo Borgogelli Ottaviani in “Studia Picena”[14]

L'intervento di restauro è stato eseguito dal restauratore Daniele Nardini. Il bassorilievo è esposto nello scalone di accesso al Palazzo malatestiano. La figura più nota di San Paterniano è senz'altro quella che campeggia in posizione centrale nel trittico dei Protettori che decora la facciata del palazzo del Podestà in piazza XX Settembre. La sua posizione simboleggia la preminenza che al vescovo fanese fu attribuito dal Consiglio maggiore della città rispetto agli altri due santi patroni: Sant'Eusebio e San Fortunato. Nell'edicola manca un altro santo, Sant'Orso, di cui una statua un tempo si trovava nei pressi della chiesa di Sant'Antonio, nel trebbio cittadino. Tutti e quattro i santi protettori di Fano comunque compaiono nelle vetrate policrome dell’abside del Duomo.

  • Palazzo della Ragione, risalente al 1299 ma molto rimaneggiato, al punto che nella metà del XIX secolo vi fu installato il Teatro della Fortuna.
  • Corte Malatestiana. Il Palazzo dei Malatesta venne eretto a partire dal XV secolo e presenta due ali, una in stile gotico e l'altra dominata dalla cosiddetta Loggia del Sansovino, rinascimentale. Dal 1463, quando cadde la Signoria malatestiana e la città passò allo Stato Pontificio, divenne sede del Comune.